Dott.ssa angela de laurentiis, PhD. Nutrizionista specializzata in patologie Oncologiche e ricercatrice in oncologia sperimentale

MEDICINA INTEGRATA

Dr.ssa De Laurentiis Angela, PhD 
Nutrizionista,patologie oncologiche e mediche
Ricercatrice, Oncologia sperimentale

Medicina Integrata

ACIDO BUTIRRICO

ACIDO BUTIRRICO
L'acido butirrico è un acido grasso saturo a catena corta. Si trova principalmente nel latte dei ruminanti (2-4%), e solo in tracce in quello di donna; ne sono quindi ricchi il burro ed i latticini in genere.
IL butirrato di sodio è la prima fonte di acido butirrico, che se non fosse sotto forma di questo sale, sarebbe volatile e di odore non esattamente gradevole. 
Le proprietà dell’acido butirrico sono veramente innumerevoli, e quasi giornalmente la ricerca scientifica pubblica nuovi articoli sulle sue possibilità d’impiego.
Di seguito ne elencherò e spiegherò alcune, ma nell’ultimo punto, con maggiore dovizia di particolari, tratterò il suo supporto in ambito oncologico. 


1. PROPRIETÀ ANTI-INFIAMMATORIE
L’acido butirrico sembra avere ottime proprietà anti-infiammatorie grazie alla capacità di sopprimere l’attività di alcune proteine che scatenano l’infiammazione.
In particolare aiuta a controllare la risposta immunitaria regolando l’attività dei linfociti T. 
Queste cellule sono in grado di riconoscere e distruggere le cellule patogene risparmiando quelle sane; se però non funzionano correttamente possono arrivare ad attaccare organi propri del nostro corpo attivando quei processi detiniti autoimmuni. 
L’acido butirrico è strettamente correlato al buon funqionamento di queste cellule e questo legame tra linfociti T e acido butirrico è una scoperta davvero considerevole per le eventuali applicazioni di questa sostanza nel trattare patologie infiammatorie e autoimmuni come il morbo di Crohn, tiroidite di hashimoto, artrite, lupus e il diabete di tipo 1.
Uno studio recentemente condotto ha rilevato che i supplementi di butirrato per via orale hanno migliorato i sintomi della malattia di Crohn in 9 su 13 pazienti, mentre altre ricerche hanno riscontrato che nelle persone con diabete di tipo 1 sono assenti alcuni batteri responsabili della produzione di acido butirrico dimostrande che la loro integrazione, stimolata dall’acido butirrico, potrebbe è utile nella gestione della malattia. Numerosi altri studi su artrite e lupus hanno confermato queste correlazioni soprattutto quando l’acido butirrico è accoppiato a probiotici


2. PERDITA DI PESO
L’acido butirrico potrebbe dimostrarsi un ottimo e salutare aiuto per chi vuol perdere peso.
La ricerca dimostra che gli acidi grassi a catena corta come il butirrato hanno effetti metabolici positivi contribuendo a migliorare la sensibilità all’insulina e l’equilibrio energetico.
Altri studi hanno evidenziato che l’acido butirrico aiuta a tenere sotto controllo il peso corporeo stimolando gli ormoni dell’intestino e aumentando la sintesi di leptina (importante nella regolazione dell’appetito).
E’ stato dimostrato che le persone normopeso hanno più batteri che producono butirrato nell’intestino rispetto alle persone obese e che aumentandone la concentrazione in quelle obese in un buon regime alimentare, aiutava al raggiungimento di un ripristino del normopeso in tempi piu brevi.


3. DIGESTIONE E BENESSERE INTESTINALE
Da studi recenti è emerso che l’acido butirrico ha un impatto positivo sulla salute dell’intero intestino in generale. Infatti oltre ad essere ottimo per lenire patologie automminu quali chron e colite ulcerosa, ha dimostrato la sua utilità anche in patologie piu semplici quali l’intestino irritabile.
E’ importante considerare infatti, che la maggior parte di queste malattie è scatenata dall’infiammazione sulla quale l’acido butirrico risulta efficace.
L’acido butirrico ha anche dimostrato la propria efficacia nell’aiutare a ridurre i sintomi della sindrome della permeabilità intestinale, uno dei disturbi digestivi correlato alle patologie autoimmuni.


4. LOTTA CONTRO L’INSULINO-RESISTENZA
L’acido butirrico è risultato promettente anche nella lotta contro l’insulino-resistenza. In numerosi studi è stato riscontrato che il supplemento con butirrato in associazione ad alcuni probiotici quali longum e casei migliora i livelli di glucosio, la sensibilità all’insulina e persino la funzione mitocondriale. Quindi è importante scegliere di abbinare acido butirrico ai corretti probiotici


5. LOTTA CONTRO L’INSORGENZA DI PATOLOGIE TUMORALI
Alcuni degli studi più famosi condotti sull’acido butirrico mostrano ottime potenzialità di utilizzo di questo acido nella lotta contro il cancro. 
Il probiotico Clostridium butyricum, noto per la sua capacità di produrne in elevate quantità, è ampiamente utilizzato in Giappone ed in Cina, per il miglioramento degli effetti collaterali delle terapie e per potenziare l’efficacia stessa delle terapie (deve essere integrato ad alte quantità. 
In alcuni studi condotti su tipologie di tumore quali Colon, Polmone e Rene, è stato ampiamente dimostrato che un’assunzione adeguata e GIORNALIERA di questo acido, migliora sensibilmente la risposta alle terapie. In particolar modo, si è visto che blocca la crescita delle cellule Th17
che promuovono la crescita e la migrazione delle cellule turmorali. Analisi di sopravvivenza hanno dimostrato inoltre che l’assunzione di acido butirrico e probiotici rispetto a nessun probiotico è associata a una sopravvivenza senza progressione di malattia, più lunga (250pazienti verso 101 del gruppo senza probiotico). Anche nel polmone, l’immunoterapia mirata contro i checkpoint inhibitors abbinato al probiotico produttore di acido butirrico è associata a una sopravvivenza maggiore.
Visto che gli studi hanno dimostrato che l’aumeno di acido butirrico promuove la crescita di batteri sani quali bifibobatteri (specificatamente Longum) e latobacilli (in particolare Casei e acidophilus) normalmente diminuiti drasticamente nei pazienti oncologici, si può ipotizzare che anche nei pazienti sani, la combinazione di una dieta ricca di fibre (che equivale a più acido butirrico prodotto), di una flora intestinale sana (che alimenta il butirrato) e una diminuzione dell’infiammazione (coadiuvata dalla presenza dell’acido butirrico) sia un ottimo scudo contro numerose patologie tumorali.

Anche l' AIRC elogia i benefici dell'ACIDO BUTIRRICO nella prevenzione o contro le recidive. DI seguito un esempio
https://www.airc.it/traguardi-dei-ricercatori/una-famiglia-di-batteri-intestinali-protegge-dal-tumore-del-colon-retto

L'INTEGRATORE CHE CONSIGLIO:
BUTIRRIFLORA (L'unico che contiene sia acido butirrico che probiotici, come da pubblicazioni ufficiali)
(Chiedete nelle farmacie se hanno come fornitore la Viprof. Solo in quelle potrete chiedere di procurarvelo. 
Anche in questo caso come per l'artemisia annua, ho visto numerosi siti quali nutrawais.it che lo possono inviare direttamente a casa)
ARTEMISIA ANNUA
 L’Artemisia annua è una piccola pianta erbacea utilizzata da centinaia d’anni nella medicina cinese. Da questa pianta la professoressa Tu e il suo team hanno estratto un principio attivo noto come 1,2,4-trioxane, che oggi è una delle maggiori cure contro la malaria. Per questa scoperta la Prof.ssa Tu ha ricevuto il nobel nel 2015. Da centinaia di anni la medicina cinese ne ha fatto il suo miglior alleato e da quando anche gli scienziati ne hanno trovato utilizzo nella malaria, su questa pianta sono stati fatti numerosi studi che hanno portato a sorprendenti risultati ormai ampiamente accettati anche nel mondo scientifico. 
Attualmente, le proprietà antitumorali dell’artemisina e dei suoi derivati scientificamente riconosciuti sono: :
- Un’attività ANTIPROLIFERATIVA: in grado di regolare l’incredibile velocità del ciclo replicativo che contraddistingue le cellule tumorali. In particolare, questi principi attivi sembrerebbero controllare l’espressione delle cicline, e delle relative kinasi, proteine coinvolte nell’avanzamento del processo proliferativo. Il tutto, quindi, si tradurrebbe in un arresto della proliferazione cellulare.
- Un’attività PROAPOPTOTICA: come osservato in diverse linee cellulari di carcinoma. Più precisamente, l’artemisina, soprattutto se utilizzata ad alti dosaggi, potrebbe indurre l’attivazione di fattori pro-apoptotici, determinando l’attivazione di meccanismi biologici in grado di spingere le cellule tumorali verso la morte.
- Un’attività ANTIMETASTATICA: importante soprattutto per le micro-metastasi originate nelle prime fasi di sviluppo tumorale. Questo tipo di azione sembrerebbe correlato alla capacità dell’artemisina di bloccare l’espressione di alcune proteine responsabili dell’adesione della cellula alle superfici esterne.
- Un’attività ANTIANGIOGENICA: da prime evidenze sperimentali, emerge la capacità dell’artemisina di inibire l’espressione di fattori come il VEGF e il FGF, classicamente coinvolti nel fenomeno di angiogenesi, ovvero la capacità del tumore di promuovere all’interno della massa, la formazione di nuovi vasi sanguigni. Più precisamente, questi fattori faciliterebbero la formazione di vasi intra e peritumorali, necessarie a nutrire la massa tumorale nonché a facilitare la diffusione delle cellule tumorali per via ematica. 
- Un’attività di SOSTEGNO chemioterapico: interessanti evidenze hanno dimostrato come l’aggiunta dell’artemisina e dei suoi derivati alla classica chemioterapia, possa potenziare l’effetto citotossico tumorale del trattamento, soprattutto in caso di patologie non adeguatamente responsive o di tumori purtroppo farmaco-resistenti. I meccanismi d’azione di quest’attività non sono ancora tuttavia stati chiariti.
Gli studi svolti sull’Artemia Annua non si fermano ai tumori, ma ne è stata, ormai ampiamente, dimostrata l’efficacia su numerose altre patologie, grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie, anti-batterica e neuroprotettiva.

Gli studi pubblicati:
Nonostante la maggior parte degli studi a riguardo sia ancora sperimentale, quindi condotta per lo più su linee cellulari o modelli animali, ad oggi i dati sono particolarmente promettenti.
Test in vitro: diversi gruppi di ricercatori hanno dimostrato l’attività citotossica dell’artemisina e dei suoi derivati su linee cellulari di tumori quali, mastocitoma e adenocarcinoma renale. Più precisamente, l’aggiunta dell’artemisia annua per 72 ore a queste cellule, ha portato un blocco del 70 – 90% della loro proliferazione (crescita in numero), inducendo il processo apoptotico (morte) e l’arresto del ciclo cellulare (duplicazione), come evidenziato da diversi lavori di medicina molecolare. Questo effetto si è avuto anche associando l’artemisina ai classici farmaci citototossici e chemioterapici, classicamente utilizzati in ambito terapeutico.
Sulla scia di questi studi, il Programma di Sviluppo Terapeutico del National Cancer Institute ha osservato l’efficacia inibitoria dell’artemisina e dei suoi derivati semisintetici anche nei confronti di linee cellulari di carcinoma del colon, della mammella, delle ovaie, del sistema nervoso centrale, del pancreas, del polmone, e nei confronti del melanoma e della Leucemia.
Test in vivo – modelli sperimentali: i successi degli studi condotti in vitro hanno spinto i ricercatori, impegnati nella lotta al cancro, a sperimentare l’efficacia dell’artemisina e dei suoi derivati anche in modelli sperimentali di cancro animale e in pazienti in forma volontaria.
In questi studi, per lo più condotti su tumori solidi, si è osservato come l’assunzione di artemisina potesse rallentare sensibilmente la crescita esponenziale del tumore, portando così non solo ad un miglioramento complessivo del quadro clinico, ma anche ad una sensibile riduzione della mortalità.

L'INTEGRATORE CHE CONSIGLIO:
Artemisia Annua Soluzione Idroalcolica Tintura Madre 500ml
SARANDREA MARCO &C.
(non so bene chi lo distribuisca ma in farmacia dovrebbero tprocurarlo tranquillamente. 
Ho anche  visto numerosi siti quali Eurofarmacia.it che lo possono inviare direttamente a casa)
Share by: